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Premio Nobel 2020 per la Chimica a Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna
Le prime applicazioni concrete delle loro scoperte sono in genetica agraria.
Salutiamo con grande piacere e soddisfazione l’assegnazione del Premio Nobel 2020 per la Chimica alle scienziate Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna, per lo sviluppo della tecnologia di editing genomico. Come sottolinea il comunicato del Comitato per il Premio Nobel, “utilizzando la tecnologia CRISPR/Cas9 i ricercatori possono modificare il DNA di animali, piante e microorganismi con una precisione estrema. Vi è un enorme potenziale in questa tecnologia genetica, che sarà utile a noi tutti. Non solo ha rivoluzionato la scienza di base, ma ha anche prodotto innovazione per le piante coltivate e permetterà lo sviluppo di nuove, rivoluzionarie terapie mediche.” Il Comitato conclude che “queste forbici genetiche hanno guidato le scienze della vita verso una nuova epoca e, per molti aspetti, stanno portando grandi benefici all’umanità”.
In agricoltura, mediante l’editing genomico si può generare in una varietà coltivata una qualsiasi mutazione favorevole che sia stata caratterizzata in individui selvatici o specie affini, senza introdurre nuovi geni e soprattutto evitando le “tradizionali”, lunghe - e a volte di fatto impossibili - pratiche di incrocio e reincrocio utilizzate in tutte le forme tradizionali di agricoltura, poichè con le NBT l’unica mutazione introdotta è quella che si desidera ottenere. Proprio per questo, abbiamo definito l’editing genomico applicato all’agricoltura una Tecnologia di Evoluzione Assistita (TEA), con la quale si stanno anche recuperando forme genetiche ancestrali favorevoli per qualità nutrizionale e resistenza a condizioni ambientali avverse andate perdute nel corso dei millenni di domesticazione ed evoluzione delle coltivazioni.
L’applicazione all’agricoltura è purtroppo attualmente costretta all’interno delle severissime, obsolete normative europee che regolano gli Organismi Geneticamente Modificati e che si fondano illogicamente sulla tecnologia utilizzata invece che sulle effettive caratteristiche della pianta ottenuta. Da tempo gli scienziati europei e i legislatori più illuminati si battono per liberare questa tecnologia e dunque le scelte degli agricoltori dai divieti che riguardano gli OGM. Speriamo che il conferimento del Premio Nobel e le chiare parole del Comitato per la sua assegnazione contribuiscano a stimolare il rinnovamento di idee e normative superate dal progredire della scienza.