Articoli su quotidiani e periodici
Data: 22/10/2015
Replica all'articolo "L'errore della ricerca? Trasformarsi in un dogma (a partire dagli Ogm)" - Per posta di Michele Serra, il Venerdì, 16/10/2015
Gentile Serra,
Le evidenze sperimentali ad oggi disponibili, che si basano su una vastissima quantità di dati, indicano, come sostenuto con forza ed in più occasioni dalla Senatrice Elena Cattaneo, che non vi sono motivazioni scientifiche per vietare le coltivazioni GM in quanto tali: ogni pianta coltivabile dovrebbe essere giudicata per le sue caratteristiche e non per il processo tecnologico utilizzato per ottenerla. Il consumatore non è a conoscenza del fatto che solo le piante GM sono controllate minuziosamente per valutare l'eventuale loro dannosità per l'alimentazione e gli ecosistemi, a differenza di ogni altro tipo di coltivazione; inoltre, pochi sanno che i risultati di questi controlli non hanno rilevato nulla su questi temuti "effetti" delle piante GM attualmente in coltivazione, come attestato dalle valutazioni dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) che ha sede a Parma. Ci sembra per lo meno strano che i mass media non diano il necessario rilievo delle risultanze di un'Agenzia europea, a meno che ciò non sia il risultato di una scelta politica tesa a rinunciare alla coltivazione delle piante GM in Italia, bloccando così ogni tipo di ricerca e sperimentazione, consentendo però che il nostro Paese importi prodotti GM!
Per molti che si oppongono alla coltivazione e/o all'uso di prodotti derivanti da piante GM il problema sarebbe dunque puramente politico, come ha spiegato nella risposta alla lettera di nove scienziati e ha ribadito in altri recenti articoli. Ci conceda: l’abbiamo capito anche noi, da tempo. Lei scrive che dobbiamo farci “qualche domanda sull’uso che verrà fatto del nostro prezioso lavoro”. Naturalmente tutti dobbiamo farcela, compresi quelli, come i giornalisti, che hanno grandi responsabilità nel trasmettere le informazioni in maniera obiettiva, chiara e scevra da interessi di parte affinché il pubblico possa avere elementi per elaborare la propria libera opinione. In realtà, e lo ribadiamo da tempo, le insensate richieste di controlli sulle piante GM per il solo fatto di essere GM causano costi altissimi per la loro approvazione e favoriscono dunque le ricche concentrazioni industriali. Solo recentemente qualche impresa non di enormi dimensioni è riuscita a fare approvare (nel continente americano) un proprio prodotto GM, fra l’altro per migliorare la qualità e dunque venire direttamente incontro alle aspettative dei cittadini. Speriamo che questa tendenza continui, perché la tecnologia GM, ampiamente utilizzata in campo biomedico, se applicata all’agricoltura permetterebbe in molti casi di superare gli ostacoli dovuti al fatto che la diversità genetica delle piante coltivate è più o meno vasta ma mai illimitata. Molto semplicemente e molto laicamente questo è il motivo per cui tale tecnologia è stata sviluppata. Ciò veramente non c’entra nulla con il potere economico, altrimenti dovremmo ritenere Guglielmo Marconi responsabile della manipolazione dell’opinione pubblica operata da molti media. Gli studi disponibili mostrano fra l’altro che senz’altro le grandi industrie di sementi hanno guadagnato con le piante GM, ma chi ne ha tratto finora vantaggio economico sono anche gli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo, ancor più di quelli dei paesi sviluppati. Può non piacere, ma è così. Immaginiamo anche che lei sia a conoscenza delle piante GM sviluppate da istituzioni di ricerca pubbliche per cercare di alleviare i problemi di malnutrizione che affliggono i poveri del mondo, e ora in corso di sperimentazione; queste piante non sono state brevettate, o in ogni caso sono state stabilite regole che consentono l’utilizzo a costo zero ai contadini non abbienti. Quanto ha scritto al riguardo, visto che mostra di essere alquanto interessato ai problemi dell’agricoltura? Ha qualcosa da dire sui movimenti che vogliono impedire perfino i campi sperimentali di tali coltivazioni, spesso devastandoli? E sul divieto nel nostro Paese di fare ricerca e sperimentazione in campo?
Infine, non siamo certo stupiti che esistano scienziati con opinioni più negative che positive sull’utilizzo della piante GM in agricoltura: questo perché bisogna ben distinguere fra il piano scientifico e quello politico. Gli autori della lettera a cui lei ha risposto non citano alcun motivo scientifico in base al quale dovremmo essere contrari all’utilizzo degli OGM in agricoltura, in termini di pericoli per la salute umana o l’ambiente. Esprimono invece dubbi e perplessità che riguardano modo di produzione del cibo, libertà dei contadini, proprietà delle sementi, profitti enormi ritenuti ingiusti, ecc., compresa la forse stupefacente accusa a "la Repubblica" di essere fanatica degli OGM. In questo senso, la sua affermazione che quest’intervento di ricercatori nel dibattito sugli OGM sia molto importante non ci trova d’accordo: sotto il profilo politico l’intervento di uno scienziato è equivalente a quello di un qualsiasi altro cittadino. Interventi che mascherano sotto una veste scientifica motivazioni politico-economiche non giovano alla chiarezza del dibattito: in mancanza di motivazioni scientifiche per sostenere certe scelte, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità senza cercare giustificazioni nella posizione di scienziati che in realtà stanno parlando da politici.
Per il Consiglio Direttivo della
Società Italiana di Genetica Agraria
Il Presidente
Prof. Michele Morgante