
Comunicati Stampa e Lettere
Data: 08/06/2022
Nuove Tecniche Genomiche (NGT): non facciamo confusione!
Lâarticolo di Giorgio e Caterina Calabrese intitolato "L'Ue valuta nuovi alimenti: arrivano gli Ngt, per sostituire gli Ogmâ, (https://www.repubblica.it/il-gusto/2022/06/01/news/cibo_alimenti_unione_europea_ogm_e_ngt_ecco_le_differenze-352065334/) pubblicato sul sito di La Repubblica il 1 giugno e riguardante le NGT (New Genomic Techniques) lascia a dir poco perplessi per lâapprossimazione del messaggio e per i veri e propri errori che rendono lo stesso articolo un pessimo esercizio di divulgazione.
Le NGT sono una serie di nuove tecniche che consentono modifiche mirate dellâinformazione genetica allâinterno delle cellule, applicate prima nel campo della microbiologia, poi in quello della salute umana, degli animali domestici e delle piante. Con le NGT è possibile modificare anche un solo e specifico nucleotide (o base azotata) dei molti milioni o miliardi che compongono la doppia elica del DNA. Le modifiche prodotte sono dello stesso identico tipo delle mutazioni spontanee. Le potenzialitĂ di tale tecnica sono quindi ovvie â si può intervenire modificando la sequenza di un gene specifico, senza trasferire o spostare DNA, al fine di modificarne lâazione ottenendo, ad esempio, una pianta resistente ad una malattia. Non è un caso che in inglese ci si riferisca a queste tecniche con âgene editingâ, che letteralmente significa âcorrezione genicaâ, e che la Società Italiana di Genetica Agraria le abbia chiamate âTEAâ, ovvero âtecniche di evoluzione assistitaâ. Alle ricercatrici che hanno sviluppato per prime queste tecniche, Emanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, è stato conferito il premio Nobel per la chimica nel 2020.
Nel loro articolo, gli autori, che si dichiarano favorevoli allâintroduzione delle NGT, sentono la necessità di coniare la fantasiosa definizione âNuove tecniche del genoma alimentareâ, esempio di non-sense (cosa significa âgenoma alimentareâ? BohâŠ). Proseguono informando come lâUnione Europea stia decidendo di abbandonare i vecchi OGM, dimenticando che lâUnione Europea ne ha di fatto sempre impedito la coltivazione, che infatti non avviene in nessun paese europeo ad eccezione di Spagna e Portogallo e per un singolo tipo di varietĂ di mais. Gli autori passano poi ad una maldestra spiegazione tecnica di quello che accade a livello del DNA quando si applicano le tecniche NGT. Infine, alzano lo sguardo sul cambiamento climatico e la crisi alimentare dando spazio alle solite voci sul possibile legame tra OGM e intolleranze ed allergie, quando invece sono stati riportati zero casi nel pianeta dopo 25 e più anni di coltivazione e consumo, e a critiche alle varietĂ ibride di mais, incolpate di non tollerare la siccitĂ , che è unâosservazione senza nessun fondamento scientifico ed esempio perfetto di fake news. Chiudono invocando un ritorno ad una fantomatica antica e mal definita biodiversità che sarebbe ben più efficace e rapida nel risolvere i problemi della produttività in agricoltura rispetto alle tecniche NGT, dimenticando che proprio le NGT possono contribuire a salvare le antiche varietà della tradizione italiana attraverso la correzione di pochi nucleotidi del loro genoma, che le renderebbe di nuovo competitive in campo e sul mercato.
Come è possibile che uno dei quotidiani più letti ed autorevoli ospiti interventi di questo genere, dove il dato scientifico si mescola in maniera indistinguibile con il âsentito direâ e con spiegazioni tecniche inadeguate, producendo messaggi ingannevoli?
Ufficio Stampa della Società Italiana di Genetica Agraria (SIGA)